Microplastiche aggiunte intenzionalmente nei cosmetici

Le microplastiche sono tipicamente utilizzate per aggiungere proprietà esfolianti ai prodotti di bellezza. Si possono spesso trovare nei peeling e in altri prodotti esfolianti come i gel da bagno perché aiutano a rimuovere le cellule secche e morte della pelle e liberano i pori. Le microplastiche possono anche essere comunemente trovate nei dentifrici.

La stima del rilascio globale di microplastiche primarie nell’oceano ammonta a 15 milioni di tonnellate all’anno. Le microplastiche rilasciate da prodotti cosmetici contribuiscano solo per il 2%.

LA NORMATIVA
Il 20 marzo 2019 l’ECHA ha avviato una consultazione pubblica della durata di sei mesi sulla nuova proposta di restrizione all’immissione sul mercato o all’uso di particelle di microplastica aggiunte intenzionalmente nei prodotti/processi, con il proposito di ridurne la quantità rilasciata nell’ambiente di circa 400 mila tonnellate in 20 anni (https://echa.europa.eu/it/hot-topics/microplastics).

Sebbene l’industria cosmetica abbia una bassa incidenza rispetto ad altre fonti, la restrizione significherebbe vietare 16 ingredienti microplastici comunemente utilizzati nei prodotti leave-on e rinse-off, corrispondenti a circa 24.172 formulazioni (Cosmetics Europe document).

COSA FARE?
Ad oggi non esistono metodi generalmente riconosciuti e testati riguardanti l’identificazione e determinazione di questi frammenti, in quanto l’enorme varietà di materie plastiche esistenti e la complessità delle matrici da testare rende intrinsecamente difficile sia l’analisi qualitativa che quantitativa delle microplastiche.

Grazie alla pluriennale esperienza dei laboratori di EcamRicert-ECSIN in materia, è stato possibile sviluppare e validare metodi specifici applicabili a varie matrici, tra cui detergenti, cosmetici, acqua potabile, latte, bevande, sali minerali, prodotti ittici e matrici ambientali (es. acque di scarico, terreni, fanghi).

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