La valutazione dell’esposizione alle sostanze chimiche nei luoghi di lavoro: la nuova norma UNI EN 689:2019
La protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza che derivano dagli effetti di esposizione agli agenti chimici presenti sul luogo di lavoro è elemento determinante per la tutela dei lavoratori.
La valutazione di tale esposizione è complessa ed influenzata da numerosi fattori.
La strategia riportata nella Norma EN 689:2018 risulta importante per orientare tale processo di valutazione: la norma definisce infatti le e modalità di gestione delle misurazioni degli agenti chimici aerodispersi e i criteri di validazione delle misure al fine di poter dimostrare con un alto grado di confidenza il rispetto dei limiti di esposizione.
Tra le novità più significative della nuova norma rispetto alla versione precedente, troviamo l’individuazione della figura professionale del “Valutatore” competente in possesso di capacità ed esperienze per l’applicazione della norma secondo l’attuale stato dell’arte dell’igiene industriale.
La complessità del processo di valutazione dell’esposizione ad agenti chimici richiede competenze specifiche che consentano di giungere ad una stima rappresentativa della reale esposizione del lavoratore.
Al fine di definire la corretta strategia di valutazione, la norma prevede un processo a più step:
- caratterizzazione base,
- strategia di campionamento e analisi,
- validazione dei risultati delle misure,
- confronto con i limiti di esposizione professionale.
Qualora la caratterizzazione di base porti verso la scelta di misurazione in campo degli agenti chimici aerodispersi, si procede con l’individuazione di gruppi di lavoratori con esposizione similari (SEG). La valutazione iniziale basata sulla identificazione dei processi lavorativi, degli impianti e macchinari utilizzati, nonché delle modalità e della frequenza dell’esposizione fornisce gli elementi utili ai fini dell’individuazione dei SEG; l’appartenenza dei singoli lavoratori al SEG deve essere comunque successivamente verificata e valutata sulla base di quanto riportato dalla norma.
Lo step successivo prevede l’individuazione delle metodiche di analisi e campionamento, che devono essere conformi ai requisiti esposti nella norma EN 482 e alle norme collegate, con particolare riferimento alla sensibilità, alla selettività, ai limiti di quantificazione, ai metodi di campionamento, al trasporto e alla stabilità dei campioni.
La durata dei campionamenti può richiedere tempi diversi a seconda della variabilità dell’attività lavorativa e della durata del turno di lavoro, pertanto i tempi di campionamento possono prevedere una durata minima di due ore fino a coprire l’intero turno di lavoro.
Una volta individuati i SEG e le metodiche di campionamento ed analisi, si procede alla misura degli agenti chimici.
A questo punto si rende necessario analizzare i risultati delle misurazioni ai fini di valutare la modalità di distribuzione delle misure, l’appartenenza al SEG, e di eventuali valori inferiori al limite di quantificazione strumentale.
Si procede poi alla valutazione del rispetto del limite di esposizione professionale (VLEP) di riferimento (possono esistere diversi limiti di esposizione professionale per alcuni agenti chimici, dai limiti stabiliti dalla normativa nazionale e comunitaria ai limiti individuati dalla comunità scientifica). La scelta del limite che si intende utilizzare è strettamente correlata alla finalità delle misurazioni ed è conseguentemente scelta dal valutatore.
Una volta stabilito il limite di esposizione con il quale si vogliono confrontare le misure la norma suggerisce due modalità per eseguire tale confronto: il test preliminare e/o un test statistico.
La valutazione della conformità delle misure con un VLEP non è comunque un processo statico, ma un processo che richiede una verifica ripetuta nel tempo, la norma fornisce indicazioni di massima sugli intervalli delle campagne di misura, tali intervalli hanno una periodicità che tiene conto dell’entità dello scostamento delle misure effettuate dal VLEP.
Lo scorso maggio è stata pubblicato un corrigendum, che apporta dei chiarimenti e qualche modifica terminologica alla norma, che non intaccano minimamente la parte tecnica della norma del 2018 che rimane immutata.