Prevenzione dell’esposizione al gas Radon negli ambienti indoor

 

L’aria che respiriamo contiene diverse sostanze, tra le quali vi è il Radon (Rn), un gas radioattivo inodore ed insapore, proveniente dal decadimento dell’uranio presente nelle rocce, nel suolo e nei materiali da costruzione.
Il Radon tende ad accumularsi negli ambienti confinati (ambienti indoor), dove in alcuni casi può raggiungere concentrazioni tali da rappresentare un rischio significativo per la salute della popolazione esposta.

Le azioni di tutela dal rischio radon possono consistere in interventi di bonifica a livello degli edifici esistenti o in soluzioni progettuali per quanto riguarda i nuovi edifici.

Per valutare il potenziale accumulo di questo gas negli ambienti confinati sono stati proposti numerosi approcci. Le aree dove quest’accumulo può verificarsi (radon-prone areas) possono essere identificate direttamente attraverso misure delle concentrazioni indoor nelle costruzioni esistenti, oppure indirettamente utilizzando le concentrazioni di radon nel terreno (soil radon), ammettendo che esista una correlazione provata (detta anche funzione di trasferimento) con le concentrazioni negli ambienti confinati.
La misurazione preventiva del gas radon nel suolo si rivela utile strumento per predisporre, già in fase di progettazione, soluzioni tecniche adatte all’abbattimento delle concentrazioni di questo già nelle sottofondazioni degli edifici.

Lo strumento di misura più opportuno per le rilevazioni è il cosiddetto dispositivo o dosimetro passivo. I dosimetri passivi sono di piccole dimensioni e non necessitano di alimentazione elettrica; essi forniscono un valore medio della concentrazione di radon in aria nel periodo di esposizione (detto anche periodo di campionamento).
I dosimetri sono costituiti da un contenitore di materiale plastico, che ospita un elemento sensibile al radon (rivelatore a tracce o elettrete). Questi strumenti non emettono alcuna sostanza o radiazione.

Per proteggere la popolazione dall’esposizione al radon presente nelle abitazioni in Italia non esiste attualmente una normativa specifica, ma si applica una Raccomandazione dell’Unione Europea (Raccomandazione 90/143/Euratom), la quale indica i valori oltre i quali si “raccomanda” di intraprendere azioni di risanamento. Il tipo di azioni da porre in atto dipende dal livello di radon nell’edificio (è comunque sempre necessaria la misura preliminare di questo gas nell’ambiente).

A differenza di quanto accade per le abitazioni, allo scopo di tutelare i lavoratori e la popolazione dall’esposizione al radon negli ambienti di lavoro in Italia si dispone di una normativa specifica (Decreto Legislativo n. 241/2000), in vigore, derivante dal recepimento della Direttiva 96/29/Euratom; tale norma prevede la misura della concentrazione di radon in tutti i locali di lavoro posti in sotterraneo e nei locali di lavoro (posti a qualunque piano) situati in aree geografiche ove il rischio da radon è più elevato.