LE BUSTINE DI TÈ POTREBBERO RILASCIARE MICRO E NANOPARTICELLE DI PLASTICA

Tè alle microplastiche: ogni bustina in plastica rilascia miliardi di micro e nanoparticelle durante l’infusione

 

Il sacchetto di plastica sarebbe il colpevole. Infatti dai risultati di uno studio condotto dai ricercatori della McGill University di Montreal, riportato anche da alcuni giornali, risulta che il tè caldo potrebbe contenere miliardi di micro e nanoparticelle di plastica.

Sebbene cittadini e governi attenti promuovano la riduzione delle materie plastiche monouso, alcuni produttori hanno abbandonato la carta da filtro a favore del nylon per limitare il leggero gusto di carta e per una migliore diffusione degli aromi del tè.

Sebbene gli effetti sulla salute del consumatore di micro e nanoparticelle di plastica per l'uomo non sono ancora conosciuti, iniziano a comparire i primi dati sia del rischio ambientale che del possibile rischio per la salute umana. Pertanto al fine di tutelare ambiente e salute umana, è importante il monitoraggio della contaminazione da microplastiche.

Dal punto di vista di un’azienda, misurare e comunicare la qualità dei propri prodotti serve a distinguersi dai competitors e aumentare la fiducia dei consumatori verso l’azienda. Dimostrare che microplastiche e/o nanoplastiche non sono presenti nei prodotti è perciò fondamentale.

Il Laboratorio ECSIN può supportare le aziende che vogliano qualificare i loro prodotti, attestandone l’alta qualità e sicurezza. In particolare, il Laboratorio può determinare la presenza e la composizione delle particelle plastiche mediante spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier (FTIR).

Per dettagli, potete visitare la sezione servizi e laboratorio, o contattarci all’indirizzo email ecsin@ecamricert.com o allo 0425 377501.


CRITERI AMBIENTALI MINIMI (CAM): IN GAZZETTA UN DECRETO DEL MINAMBIENTE

Nuovi Cam per Arredi: Il Regolamento Reach quale strumento di conformità

 

Con il Decreto del 3 luglio 2019, il Ministero dell’Ambiente ha modificato l’allegato 1 del decreto 11 gennaio 2017 concernente i Criteri Ambientali Minimi (CAM) per la fornitura e il servizio di noleggio di arredi per interni.

Le modifiche apportate sono essenzialmente due. La prima riguarda le parti metalliche che possono venire a contatto diretto o prolungato con la pelle. Nella versione precedente tali componenti non dovevano essere placcate con cadmio, nichel e cromo esavalente. Nella nuova versione la restrizione è limitata al solo cadmio. La seconda modifica invece riguarda i pannelli di legno riciclato. Nella tabella 3.2.3. contenente l’elenco di sostanze che non devono essere presenti la voce “creosoto” è stata sostituita con “creosoto Benzo(a)pyrene”.

I CAM si inseriscono pienamente nell’ambito dello sviluppo dell’economia circolare e della sostenibilità dei prodotti.

Approvati nel 2011 essi stabiliscono i criteri minimi affinché un appalto pubblico possa essere definito verde e possa contribuire a ridurre gli impatti ambientali degli articoli acquistati in un ottica di ciclo di vita. Gli acquisti verdi della Pubblica Amministrazione (GPP) sono resi obbligatori dal Codice degli appalti.

Oltre che requisiti di tracciabilità e di riutilizzo dei materiali, i CAM prevedono tassativamente l’assenza nelle componenti di arredo di specifiche sostanze chimiche e in particolare di sostanze “estremamente preoccupanti” (SVHC) ai sensi del REACH, EC 1907/2006. Il Regolamento si afferma pertanto sempre più come lo strumento attraverso il quale verificare e valutare la sostenibilità dei materiali in un contesto mondiale di protezione e salvaguardia della salute e dell’ambiente.

Per approfondimenti: consulenzareach@ecamricert.com


SOSTENIBILITÀ ENERGETICA ED AMBIENTALE: UN MODELLO VINCENTE

SOSTENIBILITÀ ENERGETICA ED AMBIENTALE : UN MODELLO VINCENTE

Il prossimo 17 ottobre si terrà il convegno dal titolo “SOSTENIBILITA’  ENERGETICA ED AMBIENTALE“, il primo di altri di “Innovation Meetings”.

L’incontro organizzato in collaborazione con Smart Future avrà  luogo nella loro nuova sede a Vicenza, in Viale dell’Industria, 37.

Obiettivo dell’incontro è quello di presentare percorsi virtuosi nell’ambito della sostenibilità ambientale ed energetica raccontati da imprese che progettano, realizzano e comunicano efficacemente le loro azioni, creando vantaggio competitivo.

Per il programma completo scarica la LOCANDINA.

L’ingresso è gratuito, per iscriversi invece è sufficiente compilare la SCHEDA DI ADESIONE.


NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI

Aggiornamento del decreto ministeriale 17 gennaio 2018

A seguito dell’aggiornamento del decreto ministeriale 17 gennaio 2018 “Norme tecniche per le costruzioni”, ecco alcune direttive:

  • Il verbale e la data di prelievo devono essere riportato in richiesta prova e sul certificato ufficiale;
  • Rottura dei cubetti di calcestruzzo entro i 45 giorni dalla data di getto;
  • Il nominativo della persona fisica e il ruolo svolto di chi ha consegnato il materiale va riportato sul verbale di accettazione e sul certificato;
  • Non possono essere accettati provini di calcestruzzo con etichette strappate o privi delle informazioni presenti in richiesta prove;

La richiesta prove deve essere sottoscritta dal Direttore dei Lavori e consegnata in originale o via PEC all’indirizzo: accettazione1086@pec.ecamricert.com

Di seguito link utili:


FARINA DI FARRO, RICHIAMO PER RISCHIO ALLERGENI

Soia non dichiarata nella farina di farro biologico

Nelle ultime settimane è stata riscontrata la presenza di tracce di soia nella farina di farro nonostante in etichetta l’allergene non sia stato riportato. Si tratta di una particolare farina di farro biologico che è stata richiamata sia dal ministero della Salute, sia sul sito del Rapid Alert System for Food and Feed dell’EFSA.

L’alimento comporta rischi solamente per chi presenta intolleranze o allergie alla soia.

I laboratori ECAMRICERT, che si occupano da sempre di sicurezza alimentare sono in grado di rintracciare la soia come allergene per le situazioni di emergenza. Per maggiori informazioni, contatta i nostri laboratori.


EMISSIONI ODORIGENE

Come affrontare il nuovo art. 272 bis (Dlgs.152/06)

Gli odori derivanti da attività antropiche possono causare effetti negativi sulla popolazione, infatti attualmente sono considerati inquinanti atmosferici a tutti gli effetti, costituendo in molti casi il fattore limitante alla costruzione/esercizio di varie tipologie di impianti. A questo concorre la forte antropizzazione del territorio (ambiti residenziali – agricoli – industriali spesso prossimi); la normativa ambientale (VIA, AIA, Autorizzazione rifiuti) richiama poi alla prevenzione e riduzione dei fenomeni di inquinamento atmosferico, ivi incluso quello prodotto da odori. Per questi motivi, gli odori sono soggetti a controllo e regolamentazione in diversi paesi, il che rende necessario l’applicazione di specifiche tecniche per la quantificazione degli impatti odorigeni.

A livello normativo ricordiamo che è intervenuta una modifica del Dlgs 152/2006 che ha ridisegnato la Parte Quinta del decreto citato, ha introdotto ad opera del D.L.vo 183/2017, in base al nuovo articolo 272-bis, una specifica possibilità per la normativa regionale e per le Autorità Competenti, in sede di autorizzazione, di prevedere misure di prevenzione e limitazione appositamente definite per le emissioni odorigene. In questo senso, l’intervento operato dal D.L.vo 183/2017 non fa che razionalizzare ed formalizzare una serie di poteri già previsti dalle leggi regionali.

Tali misure di prevenzione e limitazione potranno consistere in valori limite di emissione, espressi in concentrazione volumetrica (come quantità su un volume, che possono essere espresse in O.U.E./m3 o in mg/Nm3), nonché specifiche portate massime (quantità sul tempo, espresse in OUE/s) e concentrazioni massime da definire in sede di autorizzazione. Potranno, inoltre, comprendere prescrizioni relative agli impianti aventi un potenziale impatto odorigeno, incluso l’obbligo di attuazione di piani di contenimento, così come l’applicazione di procedure volte a definire, in sede di autorizzazione, i criteri localizzativi in funzione della presenza di ricettori sensibili intorno agli stabilimenti.

La misura degli odori viene effettuata mediante analisi in olfattometria dinamica (secondo la norma UNI EN 13725:2004): l’aria di cui si vuole determinare la concentrazione di odore (espressa in UO/mc cioè Unità Olfattometriche per metro cubo) viene campionata e convogliata tal quale in una sacca di materiale inerte, viene portata in laboratorio e senza alcuna fase preparativa intermedia viene sotto posta alla analisi olfattometrica.

Si tratta di una metodica di tipo
sensoriale che valuta l’effetto della miscela odorosa utilizzando il naso umano
come sensore. Il metodo consente di assegnare ad un campione di aria, un numero
che esprime l'intensità’ dell'odore: esso corrisponde al numero di diluizioni
necessarie affinché il 50% dei componenti di un gruppo scelto di persone
(panel) non percepisca più alcuna sensazione odorosa.

Il campionatore olfattometrico a depressione permette il prelievo dei campioni per la successiva analisi secondo la UNI EN 13725; tale norma sarà oggetto di una prossima revisione (Draft 2019) che sottolinea come l’argomento sia oggetto di particolare attenzione ed estremamente attuale.

Il laboratorio Ecamricert Srl, lavorando in stretta sinergia con gli enti di controllo, offre ai suoi clienti un servizio completo di consulenza ed analisi.


FRA' SOLE DÀ IL BENVENUTO A ECAMRICERT

La community dei partner di Fra’ Sole si amplia con una nuova realtà

Il Progetto di sostenibilità del Complesso Monumentale di Assisi si configura come un processo in continua evoluzione, nel corso del quale l’obiettivo di ottimizzazione delle risorse energetiche e materiali incontra progressivamente nuove soluzioni. 

Con l’ingresso di EcamRicert, Fra’ Sole (www.frasole.org) si appresta a compiere ulteriori importanti passi verso una gestione sempre più efficiente e sostenibile del complesso e dell’area circostante sul seguente ambito di intervento: l'elaborazione di un bilancio di sostenibilità dell’intero progetto. 

Il bilancio di sostenibilità è uno strumento fondamentale per valutare da un lato gli indicatori di riduzione dell’impatto ambientale degli interventi di Fra’ Sole, dall’altro per avere ex ante le opportune proiezioni che individuino tra soluzioni alternative, quella più adeguata agli obiettivi di sostenibilità del progetto. In quest’ambito, noi di EcamRicert metteremo a disposizione del progetto una decennale esperienza nello studio del Life Cycle Sustainability Assessment (LCSA) di prodotto o servizio, ponendo una particolare attenzione alla sua sostenibilità economica, sociale ed ambientale. 

Con l’ingresso della nostra azienda, cresce la community dei partner di Fra’ Sole e si arricchisce non solo di contributi operativi al progetto, ma anche di esperienza e condivisione di valori.


MICROPLASTICHE, COSA SONO E QUALI DANNI CAUSANO AD AMBIENTE E SALUTE

Le Microplastiche

Le plastiche sono materiali molto importanti per la nostra economia. La loro produzione è aumentata esponenzialmente a partire dagli anni ’50 e ha raggiunto 322 milioni di tonnellate nel 2015. Alcune previsioni sostengono che la produzione di plastica continuerà ad aumentare nei prossimi anni, raddoppiando entro il 2025. Una cattiva gestione dei rifiuti plastici ha portato nel tempo un aumento della contaminazione da plastiche di falde acquifere, estuari e marine, con conseguente aumento del loro degrado in piccoli pezzi chiamati microplastiche.

Le microplastiche possono essere ingerite da pesci e animali, ed entrare così nella catena alimentare. Articoli scientifici e divulgativi hanno confermato la presenza di microplastiche nell’ambiente, nell’acqua e nelle bevande. Al fine di prevenire danni alla salute del consumatore, è aumentata quindi l’attenzione verso il monitoraggio di questa nuova forma di contaminazione negli alimenti e bevande ad uso alimentare.

Il Laboratorio ECSIN di ECAMRICERT SRL ha sviluppato procedure
validate atte a monitorare la presenza di microplastiche in matrici quali
acque, bevande, cibi per l’infanzia, cosmetici e detergenti.

Per ogni approfondimento, contattare il Laboratorio ECSIN:

ecsin@ecamricert.com

+390425377501 oppure +390445605838


RISCHIO EPATITE CORRELATO AD ALCUNI INTEGRATORI A BASE DI CURCUMA

Rivalutata la responsabilità degli integratori a base di curcuma nei confronti dei casi di epatite colestatica

In seguito alla segnalazione di numerosi casi di epatite colestatica in soggetti che assumevano integratori a base di curcuma, il Comitato tecnico per la nutrizione e la sanità, insieme ad un gruppo interdisciplinare di esperti hanno condotto indagini approfondite per far luce sulle cause della patologia.

Contrariamente a quanto ipotizzato inizialmente, non sono i contaminanti eventualmente presenti all’interno di integratori a base di curcuma longa i responsabili dei casi registrati, bensì problematiche epatiche preesistenti e/o la concomitante assunzioni di farmaci.

Prendendo atto della suscettibilità individuale e della
possibilità che tali patologie siano latenti, il Ministero della Salute ha reso
noto che verrà prevista un’apposita etichettatura da apporre su questi
prodotti.

Si ricorda che EcamRicert fornisce consulenza e servizi
analitici specializzati in campo nutraceutico, secondo i metodi di Pharmacopea
Europea e gli standard internazionali ISO, in conformità alla normativa
vigente.


TERRE E ROCCE DA SCAVO: ISPRA PUBBLICA LE LINEE GUIDA SULLA CORRETTA GESTIONE

Terre e rocce da scavo: ISPRA pubblica le Linee Guida sulla corretta gestione

La gestione delle terre da scavo come “sottoprodotti” e non come rifiuti è regolamentata a livello nazionale dal D.P.R. 120/2017 il quale attualmente definisce i criteri da seguire per il riutilizzo delle terre sia nell’ambito dei grandi cantieri che di quelli piccoli. Data la complessità della materia ISPRA ha recentemente fornito delle Linee Guida con l’obiettivo di uniformare su tutto il territorio nazionale i criteri di controllo e di verifica in materia. Tra i vari aspetti affrontati di particolare importanza per gli addetti al settore risulta essere il tema del numero di campioni di terreno da sottoporre a prelievo. Il numero minimo di campioni da prelevare è soggetto secondo la Linea Guida a due criteri: superficiale e volumetrico. Per un’area di scavo inferiore o uguale a 1.000 mq con volume di scavo inferiore a 3.000 mc sarà necessario prelevare 1 campione. Il numero diventerà 2 se il volume di scavo è compreso tra 3.000 e 6.000 mc e via dicendo.

La Linea Guida precisa che il parametro amianto va sempre determinato in presenza di materiale antropico mentre la ricerca degli idrocarburi pesanti (C>12) potrà essere omessa in caso di scavi in roccia massiva.

Vengono inoltre fornite indicazioni in merito alla gestione delle terre da scavo nell’ambito delle attività di bonifica o in presenza di materiale antropico. In quest’ultima circostanza si dovrà dare priorità alla quantificazione % del materiale di origine non naturale e all’esecuzione del test di cessione con riferimento ai limiti previsti per le acque di falda. Solamente rispettate queste due condizioni si potrà procedere con la verifica del rispetto delle CSC sito specifiche.

Un altro aspetto di particolare interesse affrontato dalla Linea Guida è quello inerente i controlli da parte delle Autorità preposte. Le verifiche potranno essere mirate o a campione e terranno conto di criteri che potranno essere volumetrici, di contesto, di completezza della documentazione fornita o di segnalazioni da parte di cittadini, enti o associazioni.

La Linea Guida è stata approvata dal Consiglio Nazionale e risulta essere vincolante su tutto il territorio nazionale.

Per ulteriori approfondimenti scrivere a: a.meneghini@ecamricert.com